"Ou ne voit bien qu'avec le coeur...
L'essentiel est invisible pour les yeuse"

(Antoine De Saint Exupery)

mercoledì 17 giugno 2009

Un "Ospite inatteso" al cinema...

- Post del 28 dicembre 2008 -



Un paio di giorni fa sono stata colpita da una locandina sul sito del Cinema che frequento abitualmente... un titolo più che mai azzeccato nella miriade di tradizionali "cinepanettoni" che affollano le sale nel periodo natalizio.... "L'Ospite Inatteso".

Titolo originale "
The visitors"... si tratta di una pellicola americana, opera seconda di un regista emergente, Thomas McCarthy. Una commedia dai risvolti drammatici che narra le vicende umane e sentimentali del professor Walter Vale, interpretato da un eccezionale Richard Jenkins. Walter, rimasto vedovo da ormai cinque anni, conduce una vita monotona e piatta... insegnante di economia senza voglia nè passione, si ostina a voler imparare a suonare il pianoforte, strumento appartenuto all'amata moglie, pur essendo totalmente privo di talento. L'inizio del film si snoda piuttosto lentamente sulle note dell'esistenza solitaria del protagonista, costretto dagli eventi e dal Rettore dell'università a recarsi a New York City per presenziare ad una conferenza... e il ritmo cambia!

A New York Walter scopre che il suo appartamento, vuoto da anni, è stato in realtà affittato con l'inganno ad una coppia di giovani immigrati, Tarek (Haaz Sl
eiman), siriano, suonatore di Djembe in un complessino jazz, e la fidanzata Zainab (Danai Gurira), senegalese, disegnatrice di gioielli etnici. Walter offre ai ragazzi la possibilità di rimanere con lui nell'appartamento, per il tempo necessario a trovare un'altra sistemazione.
Dalla sorpresa prende il via la bizzarra convivenza di un trio fuori da qualunque canone.. tre persone estremamente diverse, tre mondi, tre culture e tre anime a confronto, diverse soprattutto l'una per l'altra... è emblematico l
o stupore della mamma di Tarek, che, osservando Zainab per la prima volta, con estrema naturalezza esclama "è molto nera!".


Nonostante l'iniziale disapprovazione di Zainab, Tarek e Walter instaurano ben presto un'amicizia autentica e sincera. Lo scontro iniziale si trasforma in un incontro tra anime diverse, ma accomunate dalla passione per la musica. L'incontro con il diverso è la molla che spingerà Walter a prendere le redini della propria vita, quella vita che si era accontentato negli ultimi anni di vivere da spettatore...
Al suono dello djembe di Tarek riuscirà a trovare il giusto ritmo della sua vita, riscoprirà se stesso attraverso il contatto con il diverso.
E' attraverso il ritmo sfrenato delle percussioni che walter comincerà improvvisamente a desiderare, amare e suonare.
La musica è la metafora della vita, il fi
lo di Arianna che porterà la vita di Walter ad avere nuovamente un senso... anche e soprattutto nel momento in cui la storia assume connotati drammatici... quando Tarek viene arrestato, in seguito ad un contatto casuale con la polizia in metropolitana, e rinchiuso in un centro di detenzione. L'affetto di Walter nei confronti del suo giovane amico si rafforza ancora di più e l'arrivo della madre del ragazzo, Mouna (Hiam Abbass) sconvolgerà definitivamente la vita del professore.



E' un film delicato e gentile, del tutto privo di retorica, che affronta il delicato problema del sospetto e della diffidenza degli Usa nei confronti degli immigrati nel post 11 settembre, in una New York depredata delle sue torri e costretta a ricercare un proprio equilibrio. Una storia più che mai attuale raccontata con garbo, in cui lo spettatore è portato ad entrare in punta di piedi nella vita dei personaggi, scoprendone le emozioni, le fragilità, le delusioni e le passioni, l'esigenza di fare delle scelte con la consapevolezza di dover "rinunciare" a qualcosa. E' un film che emoziona, coinvolge e commuove verso un finale che, come accade nella vita, non può essere lieto a tutti i costi...

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