"Ou ne voit bien qu'avec le coeur...
L'essentiel est invisible pour les yeuse"

(Antoine De Saint Exupery)

lunedì 29 giugno 2009

Trasloco...





Ebbene si... ieri mattina quasi tutta la mia vita da studentessa universitaria fuorisede è finita negli scatoloni... e li rimarrà fino alla fine di luglio, quando l'appartamento nel quale vivrò per il prossimo anno accademico sarà finalmente liberato dalla sua attuale inquilina... Perchè nel post 6 aprile tutte le nostre certezze sono crollate e quello che prima ci sembrava impensabile ora si rivela essere la soluzione migliore... così dopo sei anni di vita a L'Aquila in camera singola, evitando come la peste anche solo l'idea di poter stare in una doppia, mi appresto a traslocare dal mio attuale appartamento ad un appartamento più piccolo, nella stessa palazzina, ma al piano inferiore, in cui dovrò dividere l'unica camera da letto presente con la mia coinquilina F. ...
La decisione di traslocare non è stata facile... e mi sono ritrovata a stilare questa lista...


MINI APPARTAMENTO AL SECONDO PIANO
PRO:
  1. Camera singola con annessa privacy...
  2. Niente trasloco.. e non è poco!!
CONTRO:
  1. La camera grande (attualmente singola) verrà affittata come doppia... conseguenze: dovremmo dividere in 4 l'unica doccia (nonostante i due bagni...) e il frigorifero... che facevamo già fatica a dividere in 3... per non parlare della cucina... in 4 o si mangia tutti le stesse cose... o si fanno i turni per cucinare e sinceramente non so cosa sarebbe peggio...
  2. Possibili nuove coinquiline non necessariamente studentesse... ora come ora a L'Aquila chiunque può avere bisogno di una stanza in affitto...
  3. Possibili nuove coinquiline studentesse, ma antipatiche, fumatrici, caciarone, maleducate e quant'altro possa passare nella testolina di una che col cervellino viaggia sempre a tremila all'ora come me...

BILOCALE AL PRIMO PIANO:
PRO:
  1. Una sola coinquilina con la quale vado d'amore e d'accordo (almeno io, ma chissà se anche lei pensa di andare d'amore e d'accordo con me... mah..)... viviamo insieme già da tre anni, quindi zero sorprese...
  2. Al posto dei due balconcini del piano di sopra (accessibili dalle camere) un unico terrazzino, più grande, accessibile dalla cucina e tutto coperto... potrebbe sembrarvi una stupidaggine, ma la cosa comporta numerosi vantaggi: possibilità di posizionare sul balcone i secchi per la raccolta differenziata, che attualmente occupano metà dello spazio vivibile della nostra cucina... possibilità di mettere fuori lo stendino con i panni anche se il tempo minaccia o nevica, il che equivale a non avere più due stendini minimo ad occupare l'altra metà dello spazio vivibile della nostra cucina per tutto il periodo invernale... (ricordate che siamo a L'Aquila, l'inverno inizia a ottobre e va avanti ad oltranza...) possibilità di utilizzare il terrazzino come magazzino merci (quando si tratta di studenti fuori sede lo spazio non è mai abbastanza...) e, ultima ma non meno importante, possibilità di utilizzare il terrazzino per festicciole, cenette, o anche semplicemente prendere un sano caffè all'aria aperta senza dover uscire di casa...
  3. Forse ( e sottolineo forse...) un divano su cui poter guardare in tranquillità la tv senza doversi agitare sulle sedie in cerca di una posizione, non dico comoda... ma almeno accettabile...
  4. Bagno più spazioso e, soprattutto, provvisto di vasca...
  5. Più spazio nel frigo... nei mobili... e in genere nella casa ad esclusione della camera doppia...
  6. Tre rampe di scale in meno da dover fare in caso di nuova scossa...
CONTRO:
  1. Stanza doppia... alias... minuscolo spazio vitale...
  2. Affitto pressochè identico a quello che paghiamo ora per la singola...

Ora voi penserete che la mia scelta sia stata dettata dagli evidenti risultati di questa lista... in realtà no.. perchè questa lista ha finito solo per affollarmi il cervellino (già confuso di suo fin dalla nascita...) con ulteriori pensieri... perchè in fondo non sono i risultati numerici quelli che contano... e chi può dire che una singola sia meno importante di una vasca da bagno, un terrazzino, un po di spazio in più nel frigo??
mah... alla fine, dopo due notti insonni si è accesa nella mia testolina una lampadina, quella che è collegata direttamente con il cuoricino e si accende solo quando siamo veramente sicuri di volere qualcosa (anche se non ce ne siamo ancora resi conto....) e ho deciso di optare per il cambio di appartamento... Tra qualche giorno nel mio appartamento verrà ad abitare una delle tante famiglie di sfollati aquilani e tutte le mie cose verranno parcheggiate in un appartamento in attesa di poter essere sistemate in una nuova collocazione...
Ho pensato più volte se questa fosse o meno la decisione giusta.. beh, credo di si... forse richiederà qualche sacrificio in più, ma il mio cuore mi dice che è la scelta migliore che potessi fare in questo momento.. e lui, cari miei, non sbaglia quasi mai!!

sabato 27 giugno 2009

Il Cervello... quale sconosciuto!!!

Leggete tutto d'un fiato... senza soffermarvi sulle singole parole...



Abbiamo nella testolina un marchingegno tanto complesso quanto affascinante... in grado di fare cose che non immaginiamo neanche... la mia domanda allora è... come mai solo una piccolissima percentuale degli esseri umani che popolano il Pianeta Terra si prende la briga di utilizzarlo?

Ora... di certo non pretendo che tutti stiano li a spremersi le meningi dalla mattina alla sera su argomenti complicati e problemi apparentemente irrisolvibili... passando da un sudoku ad un giochino di logica, al classico problema del contadino che raccoglie dieci mele e mentre va al mercato ne perde 6 e allora quante mele venderà? (che poi sto contadino sono anni che circola sui libri di aritmetica, e allora, voglio dire... se ogni volta che vai al mercato ti perdi oltre la metà del raccolto per la strada, ti verrà mica in mente che forse dovresti cambiare metodo di trasporto??... ma questa è un'altra storia...).

Basterebbe che ogni tanto ci si ricordasse che la nostra scatola cranica non è un buco nero, un universo inesplorato e pullulante di pericoli dal quale è meglio tenersi alla larga... basterebbe spingere ogni tanto l'interruttore che accende la famosa lampadina per rendersi conto di come in realtà la vita sia decisamente migliore se guidata da una qualsivoglia logica...

Meditate gente... meditate...

Le "Sette Anime" di Will Smith...

Non è certamente l'ultimo film che ho visto al cinema, ma è uno degli ultimi film che ho visto in un cinema in particolare, il Movieplex, il multisala di L'Aquila...
Ho saputo che ha riaperto e in attesa di poter tornare al mio appuntamento del mercoledì sera al cinema, vi lascio in compagnia di uno dei post del mio vecchio blog... esattamente l'ultimo che ho scritto prima di chiuderlo...
Forse vi starete chiedendo come mai continuo a postare cose vecchie anzichè scriverne di nuove... lo faccio perchè il mio vecchio blog mi piaceva, vorrei condividerlo con voi... e poi perchè dopo il sei aprile sono cambiate molte cose nella mia vita, mi sembra quasi di viverne un'altra di vita... e sento il bisogno di creare un ponte che possa unirla a quella vecchia... comincio da qui...


LE "SETTE ANIME" DI WILL SMITH...




A due anni di distanza da "La ricerca della felicità" la coppia Muccino-Smith ripropone sul grande schermo una pellicola dai toni forti e un titolo enigmatico... "Sette Anime".
E' la storia di Ben Thomas (Will Smith), ispettore del fisco, che decide di entrare nelle vite di alcuni estranei. Non si tratta di persone scelte a caso, ognuno di loro sta, infatti, vivendo un momento assai difficile della propria vita. Tra questi Connie, una donna, madre di due bambini, maltrattata dal proprio convivente, Ezra (Woody Harrelson), un cieco con la passione per il pianoforte, ed Emily (Rosario Dawson), una giovane donna malata di cuore. Le sue intenzioni non sono chiare, ma è evidente che Ben sta realizzando un piano studiato nel minimi dettagli.
Una pellicola che cattura fin dalla prima scena, da quel colloquio telefonico ai limiti dell'assurdo che lascia spiazzato e allo stesso tempo incuriosisce lo spettatore... "c'è stato un suicidio"... "chi è la vittima?"... "io".

Una storia apparentemente intrigata e confusa che si rivela poco a poco attraverso flashback, ricordi e piccole verità che affiorano velatamente dalle parole del protagonista... Un uomo che in "sette secondi" ha distrutto involontariamente la sua vita e quella di altre sette persone... un uomo che affronta la difficile, quasi impossibile, convivenza con il senso di colpa... un uomo che intraprende un sorprendente cammino di espiazione con la consapevolezza che non si può tornare indietro dai propri errori, ma si può cercare di correggerli.

E allora la sua vita diventa una ricerca... la ricerca di una redenzione, la ricerca di quella pace dell'anima che tornerà ad assaporare solo donandosi al prossimo, la ricerca delle persone giuste... sette anime, sette persone che soffrono, sette vite difficili, sette persone che meritano di essere aiutate... una sola vita da donare a tutte e sette. Ben cercherà di cambiare la vita di queste sette persone, ma una di loro finirà per cambiare la sua.




Una pellicola che affascina e sorprende. Una scommessa perfettamente riuscita grazie alla straordinaria interpretazione del protagonista e dall'altrettanto straordinario lavoro di regia. Un personaggio estremamente complesso quello interpretato da Smith, nelle sue mille sfaccettature, nelle sue paure, nelle sue fragilità di uomo comune e nella sua determinazione nell'aiutare il prossimo, senza però sfociare in un bonismo eccessivo che lo avrebbe reso il migliore tra tutti, quando egli stesso si sente il peggiore.

Il film si snoda tra mille sfumature e sentimenti, anche contrastanti, che si intersecano alla perfezione. Nulla è lasciato al caso; tanti piccoli elementi affiorano uno dietro l'altro senza un preciso ordine... storie apparentemente sconnesse che nel corso della narrazione trovano una loro precisa collocazione come tasselli di un puzzle che lo spettatore deve ricostruire scena dopo scena, e che solo nelle scene finali mostrerà la sua vera immagine, permettendo alla verità di prendere corpo... una verità sconvolgente, tanto è assurda, ma allo stesso tempo tanto ricercata da sembrare quasi logica.




Ben si scoprirà innamorato di Emily. Lei sta morendo ed è più che mai attaccata alla vita; lui sta pianificando la sua morte... sono due persone agli antipodi, innamorate, legate da qualcosa di indissolubile, ma allo stesso tempo irraggiungibile perchè viaggiano su due binari paralleli. Emily guarirà le ferite della sua anima, lo aiuterà ad uscire dalla depresssione, sconvolgendo definitivamente il suo piano... un piano che Ben vorrebbe, ma non può abbandonare e che si trasforma nel finale in una scelta d'amore, irrazionale, ma consapevole: donare la propria vita per salvare quella della sua amata.
Una storia che nasce dal dolore e nel dolore trova la sua fine... non semplicemente nella morte, ma nella scelta di una morte dolorosa e straziante, come doloroso è il distacco da quella vita che aveva appena ricominciato ad avere nuovamente un senso.
Perchè se è vero che è etremamente difficile espiare le proprie colpe, superare i propri fallimenti, andare avanti a testa alta quando la vita sembra sfuggirci di mano e trovare un senso alla prorpia esistenza sembra un'impresa impossibile, è anche vero che proprio in quei momenti si scopre quanto in realtà sia forte dentro di noi la necessità di rimettersi in gioco e di tornare ad amare.




E' un film che lo stesso regista ha definito "il più coraggioso della mia vita", che consiglio a tutti coloro che si sono commossi ed emozionati guardando "La ricerca della felicità" e che amano essere sorpresi dai colpi di scena finali. Un film struggente ed incredibilmente drammatico; la storia di un amore profondo che sfocia in un finale inaspettato, straziante e sconvolgente... che si riflette nell'ultimissima scena nello aguardo intenso e commovente di due persone che non si conoscono ma condividono due frammenti della stessa meravigliosa anima...




venerdì 19 giugno 2009

DOMANI...

6 aprile 2009...

Sono arrivata a casa che erano le 21.30... ero stata indecisa fino all'ultimo minuto se tornare o meno, ma F. era rimasta a L'Aquila e così ho deciso di rientrare... durante il weekend l'avevo sentita e mi aveva detto che non c'erano state altre scosse... menomale, ho pensato... perchè la situazione cominciava ad essere pesante davvero... troppe scosse, troppo spesso...
Stavamo guardando un film in tv... eravamo in cucina, con i bicchieri e la bottiglia dell'acqua sul tavolo... erano quasi le undici quando la casa ha cominciato a tremare... una scossa breve, come le tante ormai passate... ma diversa. per la prima volta il bicchiere si era mosso sul tavolo, finendo la sua corsa proprio sul bordo... un secondo in più e sarebbe finito a terra... F. mi prendeva in giro "Ecco, sei tornata e ricominciano le scosse... allora sei tu!!"


Improvvisamente abbiamo sentito la cittadina intorno a noi che si svegliava... rumori di macchine, brusii, persone che parlavano giù in strada. Ci siamo affacciate dalla finestra del bagno, che da sulla strada... intorno ai palazzi di fronte alla nostra casa erano tutti indaffarati a caricare le macchine, un via vai continuo su e giù per la strada...
Io e F. scherzavamo sull'esagerazione dei nostri vicini... "ormai la scossa è finita, dove vanno?"... "ma perchè dopo ogni santissima scossa scendono tutti e si mettono in macchina??" ... "si fanno prendere dal panico inutilmente"... e poi, riflettendoci un attimo su... "certo che anche noi, ad ogni scossa ci salta il cuore in gola, però alla fine ci mettiamo in finestra come se niente fosse... mamma mia quanto siamo pigre, pur di non vestirci per scendere, facciamo finta di non avere paura"...


La mia macchina era parcheggiata nel cortile sotto casa... in quei giorni l'avevo lasciata spesso sulla strada, in previsione di un eventuale fuga... stavolta però i posti erano occupati e non volevo allontanarla troppo da casa...
Siamo tornate in cucina giusto in tempo per vedere la fine del film...
Poco più tardi siamo andate a dormire... come facevamo ormai da diversi giorni abbiamo chiuso la porta d'ingresso senza chiavistello e senza girare la chiave... "non si sa mai, dovessimo uscire di corsa stanotte..."
Lo dicevamo scherzando, senza troppa convinzione... per quel sottile filo di paura che inconsciamente avevamo già da tempo, anche se non ce ne rendevamo conto...
mentre stavamo andando nelle nostre camerette da universitarie fuori sede F. ha proposto di lasciare le porte aperte... "non si sa mai..."


All'una e un quarto la casa ha tremato di nuovo... una scossa un po più lunga, un po più violenta... ancora diversa dal solito... In pochi secondi eravamo tutte e due in cucina, con il cuore che batteva forte.. ci siamo guardate negli occhi... "Io domani mattina riparto..."... "Anche io..."
Ci siamo infilate le scarpe e siamo scese sotto casa... per strada il solito via vai di macchine, ma noi siamo rimaste nel cortile, giusto per prendere un po d'aria... c'erano anche M. e P., i due ragazzi che abitano al piano terra, anche loro fuori, anche loro per prendere un po d'aria dopo lo spavento...
siamo stati una mezz'ora fuori a chiacchierare, tutti e quattro, poi cominciava a fare freddo, nonostante i cappotti, e allora siamo tornate a casa...


Quello che ho provato mentre rientravamo a casa non ve lo so spiegare... una sensazione strana, che non avevo mai provato prima, neanche dopo la scossa forte del lunedì pomeriggio... credo possa definirsi paura, ma una paura inconscia, che si fa strada piano piano dentro di te e si fatica a riconoscere... o forse semplicemente che non si vuole ammettere... perchè con la paura non si può convivere, e far finta che non ci sia è un modo come un altro per esorcizzarla...
Ho lasciato la porta della camera aperta, ho infilato nella borsa le chiavi di casa e della macchina, una sciarpa, il portafogli con i documenti, i soldi che avevo in camera... poi l'ho poggiata sulla cassettiera al lato della porta con sopra il giubbotto, quello pesante, invernale, che ormai neanche stavo usando più... Al posto delle ciabatte vicino al letto ho messo le scarpe da ginnastica, slacciate... pronte per infilarci i piedi... prima di infilarmi nel letto ho messo su i calzini, che non uso mai la notte, e sotto la camicia da notte ho messo un paio di pantaloni da pigiama. Poi ho indossato una felpa di pile e mi sono allungata sul letto così, vestita, senza togliere neanche gli occhiali, con la lampada sul comodino accesa... con la speranza di addormentarmi presto, ma inconsciamente in attesa di qualcosa che speravo non sarebbe arrivato... e che invece alle 3.32 ha fatto il suo ingresso nelle nostre vite accompagnato da un enorme boato...


Ci siamo svegliate così, all'improvviso... l'armadio al fianco del mio letto sembrava dovesse cadermi addosso da un momento all'altro... dalla cucina arrivava il rumore dei vetri che cadevano a terra... pochi istanti per saltare giù dal letto ed arrivare alla porta d'ingresso.. F. non c'era, eppure la sua camera era più vicina della mia... l'ho chiamata ed è uscita dalla camera terrorizzata, mi ha abbracciata, ma non c'era tempo per la paura.. la scossa continuava, era andata via anche la luce, ogni passo era un salto nel vuoto, la casa saliva e scendeva, e ruotava... i piedi si muovevano meccanicamente in cerca del pavimento e le mani ruotavano nell'aria alla ricerca di un appiglio per sorreggersi e non cadere a terra... la scossa si è affievolita per poi riprendere immediatamente, con ancora più violenza... abbiamo sceso le scale al buio, di corsa, abbracciate... le quattro rampe di scale sembravano non finire mai... la ringhiera ruotava vicino a me e ogni volta che tentavo di afferrarla non facevo altro che stringere il pugno nel vuoto... gli ultimi gradini erano ricoperti dai calcinacci... e noi, scalze, in pigiama, siamo riuscite finalmente ad uscire fuori...


Sono stati attimi interminabili.. eravamo nel cortile già da qualche secondo quando tutto si è fermato... i telefoni erano impazziti, la luce andava e veniva... intorno a noi non più il via vai di macchine, ma ragazzi, ragazze, famiglie con i bambini piccoli, tutti in strada, terrorizzati, gli sguardi persi nel vuoto... persone che avevo intravisto solo qualche volta tagliare l'erba nel giardino, passare in macchina davanti casa... due ragazze attraversavano la strada sostenendo un loro coetaneo, era sotto shok per lo spavento, gli occhi sbarrati, le gambe che sembravano cedere ad ogni passo... il figlio dei nostri vicini di casa continuava a chiedere "mamma perchè siamo usciti per strada?"...non si era accorto di nulla...
Con noi c'erano anche P. e M. ed A., la ragazza che abita al primo piano... dalla mansarda invece non era uscito nesuno, eppure le ragazze c'erano, le luci erano accese...
Un'altra scossa... breve ma violenta, e anche le ragazze della mansarda sono scese urlando... siamo saliti tutti sulla strada, la luce era andata via definitivamente, la mia macchina era bloccata nel cortile dal cancello elettrico che era rimasto chiuso... tutti intorno a noi erano indaffarati a distribuire coperte, cercare parenti, amici o anche solo conoscenti, spostare le macchine sulla strada... sembrava di essere dentro un gran formicaio... Io e F. continuavamo a guardarci intorno, ancora incredule... dall'ospedale, non distante da casa, arrivavano i rumori delle autoambulanze... intanto era arrivata V., la padrona della nostra palazzina, che abita poco distante... siamo andati tutti con lei nel giardino di casa sua... abbiamo cominciato a raccontarci le prime emozioni, le prime sensazioni provate durante la scossa... cominciavamo a renderci conto di quello che era successo... pensavamo "è stata troppo forte stavolta, in centro sarà crollato qualcosa..." Siamo riuscite a chiamare le nostre famiglie per avvertire che stavamo bene.. la prima a chiamarci è stata M., l'altra ragazza che viveva con noi e che sarebbe dovuta rientrare la mattina successiva...


Hanno cominciato a girare le prime notizie... "A paganica è crollato tutto, ci sono persone intrappolate sotto le macerie..."... un colpo al cuore... persone intrappolate sotto le macerie... stavolta non era stata una scossa... stavolta era stato il terremoto, quello vero, quello che butta giù le case, quello che spezza i sogni, quello che anche se sei fortunato e lo puoi raccontare, ti rimane una ferita profonda... e allora ti rendi conto dell'importanza delle cose... ti rendi conto che L'Aquila non era solo la città che avevi scelto per i tuoi studi... L'aquila è anche la tua città... una città ferita nel profondo...
Mentre eravamo nella macchina di V., con lei e i suoi figli, avvolti nelle coperte, piano piano è arrivato il giorno... le notizie erano sempre più sconcertanti... Paganica distrutta, il centro sconvolto dai crolli, 4 bambini le prime vittime accertate.. la casa dello studente crollata come anche altri palazzi a via XX settembre...


Intanto l'Italia tutta intorno a noi si svegliava in un lunedì mattina apparentemente uguale a tutti gli altri... e, accendendo le radio e i televisoi si rendeva conto della tragedia che durante la notte si era abbattutta sull'Abruzzo...
I telefoni avevano ripreso la loro attività, molto più frenetica del solito.... raggiunti dalle chiamate di tanti amici e parenti preoccupati, in un primo momento, ma felici di sentire la nostra voce...
Appena sono arrivati i nostri familiari siamo saliti in casa due minuti a prendere l'indispensabile... con il cuore a tremila abbiamo salito le scale che portavano all'appartamento... pochi istanti per riempire due buste e di nuovo in strada... mentre scendevamo le scale l'ennesima scossa di assestamento, di quelle che ci avevano accompagnato per tutta la notte...


Ho salutato F. e i suoi e poi siamo partiti, i miei nella loro macchina e io nella mia con mia sorella alla guida... mentre tornavamo verso casa la mia mente si è affollata di pensieri... non ero ancora riuscita a sentire tutti i miei amici, molti comunque non erano ancora rientrati... avrei voluto sentire tutti.. tutte quelle persone che incroci più o meno spesso nella tua vita, senza dare importanza alla cosa, ma che in questi momenti ti riempiono l'animo... pensi a cosa staranno passando, dove saranno... e magari non sai neanche qual'è il loro nome.. la cassiera del supermercato, le infermiere del reparto di endocrinologia, la signora delle poste e l'impiegata della segreteria... un mondo intero di persone che finora non avevi mai considerato parte della tua vita e che invece lo sono...


Perchè L'Aquila non è solo la città che ho scelto per i miei studi... era la Birra allo Student e il Rhum e pera all'Obelix , era i latino americani al Magoo... l'odore di grissini appena sfornati passando davanti alla Perla Nera... l'aperitivo al Crazy Bar... le file davanti la segreteria per accaparrarsi il numeretto... le partitelle sul prato davanti a Collemaggio... le serate all'Irish... il gelato a Piazza duomo... il mercoledì sera al Movieplex con lo sconto studenti... le serate tra coinquiline... le cenette organizzate in tutta fretta... il giovedì universitario... le nevicate fino a marzo...


E, a distanza di due mesi tutto questo ora mi manca... mi manca, e non sapete quanto...

mercoledì 17 giugno 2009

Quando nasce un amore...

- Post del 7 gennaio 2009 -




Un "Ospite inatteso" al cinema...

- Post del 28 dicembre 2008 -



Un paio di giorni fa sono stata colpita da una locandina sul sito del Cinema che frequento abitualmente... un titolo più che mai azzeccato nella miriade di tradizionali "cinepanettoni" che affollano le sale nel periodo natalizio.... "L'Ospite Inatteso".

Titolo originale "
The visitors"... si tratta di una pellicola americana, opera seconda di un regista emergente, Thomas McCarthy. Una commedia dai risvolti drammatici che narra le vicende umane e sentimentali del professor Walter Vale, interpretato da un eccezionale Richard Jenkins. Walter, rimasto vedovo da ormai cinque anni, conduce una vita monotona e piatta... insegnante di economia senza voglia nè passione, si ostina a voler imparare a suonare il pianoforte, strumento appartenuto all'amata moglie, pur essendo totalmente privo di talento. L'inizio del film si snoda piuttosto lentamente sulle note dell'esistenza solitaria del protagonista, costretto dagli eventi e dal Rettore dell'università a recarsi a New York City per presenziare ad una conferenza... e il ritmo cambia!

A New York Walter scopre che il suo appartamento, vuoto da anni, è stato in realtà affittato con l'inganno ad una coppia di giovani immigrati, Tarek (Haaz Sl
eiman), siriano, suonatore di Djembe in un complessino jazz, e la fidanzata Zainab (Danai Gurira), senegalese, disegnatrice di gioielli etnici. Walter offre ai ragazzi la possibilità di rimanere con lui nell'appartamento, per il tempo necessario a trovare un'altra sistemazione.
Dalla sorpresa prende il via la bizzarra convivenza di un trio fuori da qualunque canone.. tre persone estremamente diverse, tre mondi, tre culture e tre anime a confronto, diverse soprattutto l'una per l'altra... è emblematico l
o stupore della mamma di Tarek, che, osservando Zainab per la prima volta, con estrema naturalezza esclama "è molto nera!".


Nonostante l'iniziale disapprovazione di Zainab, Tarek e Walter instaurano ben presto un'amicizia autentica e sincera. Lo scontro iniziale si trasforma in un incontro tra anime diverse, ma accomunate dalla passione per la musica. L'incontro con il diverso è la molla che spingerà Walter a prendere le redini della propria vita, quella vita che si era accontentato negli ultimi anni di vivere da spettatore...
Al suono dello djembe di Tarek riuscirà a trovare il giusto ritmo della sua vita, riscoprirà se stesso attraverso il contatto con il diverso.
E' attraverso il ritmo sfrenato delle percussioni che walter comincerà improvvisamente a desiderare, amare e suonare.
La musica è la metafora della vita, il fi
lo di Arianna che porterà la vita di Walter ad avere nuovamente un senso... anche e soprattutto nel momento in cui la storia assume connotati drammatici... quando Tarek viene arrestato, in seguito ad un contatto casuale con la polizia in metropolitana, e rinchiuso in un centro di detenzione. L'affetto di Walter nei confronti del suo giovane amico si rafforza ancora di più e l'arrivo della madre del ragazzo, Mouna (Hiam Abbass) sconvolgerà definitivamente la vita del professore.



E' un film delicato e gentile, del tutto privo di retorica, che affronta il delicato problema del sospetto e della diffidenza degli Usa nei confronti degli immigrati nel post 11 settembre, in una New York depredata delle sue torri e costretta a ricercare un proprio equilibrio. Una storia più che mai attuale raccontata con garbo, in cui lo spettatore è portato ad entrare in punta di piedi nella vita dei personaggi, scoprendone le emozioni, le fragilità, le delusioni e le passioni, l'esigenza di fare delle scelte con la consapevolezza di dover "rinunciare" a qualcosa. E' un film che emoziona, coinvolge e commuove verso un finale che, come accade nella vita, non può essere lieto a tutti i costi...

Ricomincio da dove ero rimasta...

Questo blog è stato aperto a pochi mesi di distanza dalla chiusura di un altro blog, per problemini tecnici... =°)
Vorrei ripartire da dove ero rimasta... quindi vi posto di seguito gli ultimi post del mio vecchio blog per condividerli con voi... spero vi piacciano!!

martedì 16 giugno 2009

Le Petit Prince


Ho letto questo libro la prima volta quando ero poco più che una bambina e ne sono rimasta affascinata!
Racconta la storia di un aviatore che, precipitato nel deserto, incontra un bambino di 6 anni, dai capelli del colore del grano.... una "straordinaria personcina" che lo accompagnerà in un viaggio fantastico all'interno del mondo dei grandi, un mondo all'apparenza preciso e ragionevole, che si rivelerà però un grande castello di sabbia,
se visto con gli occhi di un bambino...

La meraviglia di questo racconto sta nella sua straordinaria semplicità, una semplicità assoluta, quasi disarmante, quella di cui solo i bambini sono capaci... il Piccolo Principe accompagna il lettore in un viaggio fantastico tra la Terra, i pianeti, le stelle e il suo asteroide, mostrando come i "grandi" siano in realtà impegnati in ragionamenti assurdi e spesso inutili e passino il loro tempo dandosi tanto da fare per nulla... non riuscendo a capire che in realtà "L'ESSENZIALE è INVISIBILE AGLI OCCHI" e che "NON SI VEDE BENE SE NON CON IL CUORE"...

può essere considerato un libro per bambini, ma anche gli adulti hanno molto da imparare leggendolo, perchè crescendo dimentichiamo molte cose... dimentichiamo quanto può essere bello "farsi addomesticare" da qualcuno, anche se poi si soffre quando lo perdiamo... dimentichiamo che a volte è necessario allontanarsi da ciò che amiamo, per capirne realmente l'importanza e il valore... dimentichiamo che se ci prendiamo cura di qualcosa o di qualcuno, donandole il nostro tempo e il nostro cuore, riceviamo in cambio un dono prezioso, perchè solo allora quella cosa o quella prsona diventerà per noi davvero speciale!

Un libro che sfida le leggi del tempo e della ragione, per chi ama legarsi ed amare, per chi crede nell'amicizia, per chi ama la semplicità delle piccole cose, per chi ama sognare e credere nell'impossibile;
per i bambini, per i ragazzi...

Un libro "DEDICATO A TUTTI I GRANDI CHE SONO STATI BAMBINI E NON SE LO RICORDANO PIU'"