"Ou ne voit bien qu'avec le coeur...
L'essentiel est invisible pour les yeuse"

(Antoine De Saint Exupery)

sabato 27 giugno 2009

Le "Sette Anime" di Will Smith...

Non è certamente l'ultimo film che ho visto al cinema, ma è uno degli ultimi film che ho visto in un cinema in particolare, il Movieplex, il multisala di L'Aquila...
Ho saputo che ha riaperto e in attesa di poter tornare al mio appuntamento del mercoledì sera al cinema, vi lascio in compagnia di uno dei post del mio vecchio blog... esattamente l'ultimo che ho scritto prima di chiuderlo...
Forse vi starete chiedendo come mai continuo a postare cose vecchie anzichè scriverne di nuove... lo faccio perchè il mio vecchio blog mi piaceva, vorrei condividerlo con voi... e poi perchè dopo il sei aprile sono cambiate molte cose nella mia vita, mi sembra quasi di viverne un'altra di vita... e sento il bisogno di creare un ponte che possa unirla a quella vecchia... comincio da qui...


LE "SETTE ANIME" DI WILL SMITH...




A due anni di distanza da "La ricerca della felicità" la coppia Muccino-Smith ripropone sul grande schermo una pellicola dai toni forti e un titolo enigmatico... "Sette Anime".
E' la storia di Ben Thomas (Will Smith), ispettore del fisco, che decide di entrare nelle vite di alcuni estranei. Non si tratta di persone scelte a caso, ognuno di loro sta, infatti, vivendo un momento assai difficile della propria vita. Tra questi Connie, una donna, madre di due bambini, maltrattata dal proprio convivente, Ezra (Woody Harrelson), un cieco con la passione per il pianoforte, ed Emily (Rosario Dawson), una giovane donna malata di cuore. Le sue intenzioni non sono chiare, ma è evidente che Ben sta realizzando un piano studiato nel minimi dettagli.
Una pellicola che cattura fin dalla prima scena, da quel colloquio telefonico ai limiti dell'assurdo che lascia spiazzato e allo stesso tempo incuriosisce lo spettatore... "c'è stato un suicidio"... "chi è la vittima?"... "io".

Una storia apparentemente intrigata e confusa che si rivela poco a poco attraverso flashback, ricordi e piccole verità che affiorano velatamente dalle parole del protagonista... Un uomo che in "sette secondi" ha distrutto involontariamente la sua vita e quella di altre sette persone... un uomo che affronta la difficile, quasi impossibile, convivenza con il senso di colpa... un uomo che intraprende un sorprendente cammino di espiazione con la consapevolezza che non si può tornare indietro dai propri errori, ma si può cercare di correggerli.

E allora la sua vita diventa una ricerca... la ricerca di una redenzione, la ricerca di quella pace dell'anima che tornerà ad assaporare solo donandosi al prossimo, la ricerca delle persone giuste... sette anime, sette persone che soffrono, sette vite difficili, sette persone che meritano di essere aiutate... una sola vita da donare a tutte e sette. Ben cercherà di cambiare la vita di queste sette persone, ma una di loro finirà per cambiare la sua.




Una pellicola che affascina e sorprende. Una scommessa perfettamente riuscita grazie alla straordinaria interpretazione del protagonista e dall'altrettanto straordinario lavoro di regia. Un personaggio estremamente complesso quello interpretato da Smith, nelle sue mille sfaccettature, nelle sue paure, nelle sue fragilità di uomo comune e nella sua determinazione nell'aiutare il prossimo, senza però sfociare in un bonismo eccessivo che lo avrebbe reso il migliore tra tutti, quando egli stesso si sente il peggiore.

Il film si snoda tra mille sfumature e sentimenti, anche contrastanti, che si intersecano alla perfezione. Nulla è lasciato al caso; tanti piccoli elementi affiorano uno dietro l'altro senza un preciso ordine... storie apparentemente sconnesse che nel corso della narrazione trovano una loro precisa collocazione come tasselli di un puzzle che lo spettatore deve ricostruire scena dopo scena, e che solo nelle scene finali mostrerà la sua vera immagine, permettendo alla verità di prendere corpo... una verità sconvolgente, tanto è assurda, ma allo stesso tempo tanto ricercata da sembrare quasi logica.




Ben si scoprirà innamorato di Emily. Lei sta morendo ed è più che mai attaccata alla vita; lui sta pianificando la sua morte... sono due persone agli antipodi, innamorate, legate da qualcosa di indissolubile, ma allo stesso tempo irraggiungibile perchè viaggiano su due binari paralleli. Emily guarirà le ferite della sua anima, lo aiuterà ad uscire dalla depresssione, sconvolgendo definitivamente il suo piano... un piano che Ben vorrebbe, ma non può abbandonare e che si trasforma nel finale in una scelta d'amore, irrazionale, ma consapevole: donare la propria vita per salvare quella della sua amata.
Una storia che nasce dal dolore e nel dolore trova la sua fine... non semplicemente nella morte, ma nella scelta di una morte dolorosa e straziante, come doloroso è il distacco da quella vita che aveva appena ricominciato ad avere nuovamente un senso.
Perchè se è vero che è etremamente difficile espiare le proprie colpe, superare i propri fallimenti, andare avanti a testa alta quando la vita sembra sfuggirci di mano e trovare un senso alla prorpia esistenza sembra un'impresa impossibile, è anche vero che proprio in quei momenti si scopre quanto in realtà sia forte dentro di noi la necessità di rimettersi in gioco e di tornare ad amare.




E' un film che lo stesso regista ha definito "il più coraggioso della mia vita", che consiglio a tutti coloro che si sono commossi ed emozionati guardando "La ricerca della felicità" e che amano essere sorpresi dai colpi di scena finali. Un film struggente ed incredibilmente drammatico; la storia di un amore profondo che sfocia in un finale inaspettato, straziante e sconvolgente... che si riflette nell'ultimissima scena nello aguardo intenso e commovente di due persone che non si conoscono ma condividono due frammenti della stessa meravigliosa anima...




1 commento:

Anonimo ha detto...

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